martedì 22 marzo 2011

Blitz nella discarica di Chiaiano, dura la Palmentieri


La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Le istituzioni, finora, si sono preoccupate soltanto di nascondere le montagne di spazzatura sotto un tappeto fatto anche di connivenze”

Napoli - “Questa inchiesta prova per l’ennesima volta come l’emergenza rifiuti in Campania, che tanto emergenza non è visto che la situazione perdura da almeno 17 anni, non può essere risolta a colpi di decreti legge e di provvedimenti d’urgenza una tantum, imposti con l’uso dell’esercito sulla pelle dei cittadini”. Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, commenta in modo risoluto i blitz della Dda campana effettuati nei giorni scorsi nella discarica di Chiaiano e negli uffici della Ibi idrobioimpianti e della Edilcar s.a.s. I reati ipotizzati per le dieci persone indagate sono la frode in pubbliche forniture per i materiali adoperati a Chiaiano e la gestione abusiva della discarica di Giugliano.

“La Ibi era già stata colpita da un’interdittiva antimafia - spiega la Palmentieri - e la Edilcar s.a.s. della famiglia Carandente Tartaglia è sospettata di vicinanza con i clan Mallardo- Zagaria. I comitati cittadini locali avevano da tempo denunciato che l’argilla prelevata dalla Edilcar era di pessima qualità e non compattata in modo da garantire l’impermeabilizzazione del sito. Addirittura, il sospetto è che la società abbia fruito di un subappalto della Ibi ed abbia prelevato materiali di scarto dalla discarica abusiva di Giugliano, anche quella sequestrata, e da altri siti per rivenderli a Chiaiano come materiali d’impermeabilizzazione”.

L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude l’analisi con una critica profonda che denota la sua sensibilità personale relativa ai problemi della Campania: “Il fatto che il quadro della situazione fosse chiaro già nel 2008 desta sospetti sulle motivazioni che hanno avviato i sequestri e le indagini così tardi, soprattutto stando alle dichiarazioni di ex imprenditori vicini alla camorra e di alcuni pentiti, tra cui Gaetano Vassallo. Come mai gli appelli dei comitati cittadini e dei comitati ambientalisti sono stati ignorati? La verità è che le istituzioni, finora, si sono preoccupate soltanto di nascondere, in tutta fretta, le montagne di spazzatura sotto un tappeto fatto anche di connivenze, spostando il problema alle popolazioni vicine alle discariche garantite ma, in realtà, finite chissà come appaltate a società sospette da lungo tempo.
Mi domando se dovremo restare a guardare emergere di volta in volta le irregolarità e gli abusi, prima che si capisca che in Campania è assolutamente necessario risolvere il problema a monte, e non solo a favore di telecamera durante i tg, in prossimità delle elezioni”.

venerdì 4 marzo 2011

Riserva del Falciano ridotta a discarica, il commento di Di Mauro


Il vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Il problema è sempre lo stesso, abbiamo tanti enti di rappresentanza e poco coordinamento tra di loro”

Una discarica a cielo aperto. Questo è il paesaggio che offre ormai la terra del Falerno, alle pendici del Monte Massico. Questo luogo da sempre considerato di pregiato valore ambientale, è stato praticamente ridotto ad un immondezzaio pubblico per quelli che impunemente pensano di poter scaricare qui rifiuti di ogni genere, ingombranti e non. La questione sembra non avere nessun organo di gestione assegnato, anche se gli enti coinvolti sul territorio sono tanti: il consorzio di bonifica ha competenze per strade di accesso ed aree circostanti lo specchio lacustre e le fosse di maltempo, l'ente Provincia ha competenze in materia di licenza di pesca e attività sportive acquatiche, il comune di Falciano del Massico è l’ente territoriale di competenza ed infine c'è l'ente riserva che rappresenta la Regione e che dovrebbe promuovere e coordinare progetti di sviluppo e salvaguardia anche in materia di abusi edilizi ed ambientali.

“Questa è una vecchia storia e purtroppo la terra del Falciano è sempre stata una zona abbandonata dove solo l’intervento di un privato potrebbe dare un risultato pronto e veloce”. E’ questo il primo commento del vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, sulla situazione di degrado ambientale che ha colpito il territorio alle pendici del monte Massico.

“Il problema è sempre lo stesso, abbiamo tanti enti di rappresentanza che da presidi di maggiore tutela paradossalmente si possono trasformare in una minaccia se come in questo caso manca il coordinamento tra gli stessi. Qualsiasi bene di interesse pubblico rappresentato avrebbe bisogno di una mappatura degli interventi da fare, ma purtroppo siamo lontani anni luce da questo tipo di gestione oculata”.

Il rappresentante del movimento fondato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi affermando: “Nonostante i soldi vengano investiti, in questo mare di sub ministeri che si muovono senza un’organizzazione attenta e ben pianificata, tutti gli sforzi di miglioramento si trasformano in atti inutili e mal distribuiti”.