mercoledì 7 settembre 2011

Al Cardarelli malati trasportati su sedie da ufficio, Di Mauro sdegnato


Il vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “La Sanità dovrebbe essere al di sopra di qualsiasi meccanismo politico e burocratico, ma in realtà è il primo settore a risentirne e soffre di mali che ognuno di noi conosce”


Al pronto soccorso dell’ospedale ‘Cardarelli’ di Napoli per mancanza di barelle i malati, comprese le urgenze, vengono accolti e trasportati all’interno su delle sedie da ufficio, gentilmente fornite dagli impiegati della struttura. Questo accade almeno tre o quattro volte al mese quando, a causa del grande afflusso di pazienti e della mancanza di letti le barelle sono insufficienti in quanto occupate dai degenti in reparto e da chi aspetta di essere visitato.

Angelo Di Mauro, vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, ha commentato: “Emerge da questa vicenda il colore napoletano della disponibilità, anche se è l’unica nota che fa sorridere. Il ‘Cardarelli’, così come altri ospedali, è in ginocchio e sono tanti i malati che invece di avere un posto letto in reparto hanno le barelle. Il problema è la mancanza dei posti e della riduzione delle risorse a causa dei tagli: è una situazione che va ormai avanti da troppo tempo. La Sanità dovrebbe essere al di sopra di qualsiasi meccanismo politico e burocratico, ma in realtà è il primo settore a risentirne e soffre di mali che ognuno di noi conosce.
In tutta Italia si verificano questi episodi – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – tanto che troviamo due realtà opposte: ci sono ospedali che rifiutano i ricoveri e quelli che non rifiutano l’assistenza ai malati, ma in quest’ultimo caso si arriva ad avere assistenza sanitaria da campo come nei luoghi di frontiera. Le strutture ospedaliere cadono sempre più in basso. Francamente non so dire quale fra i due comportamenti sia più adeguato, ma a mio avviso non è possibile rifiutare le cure ad un paziente in quanto bisogna aiutarlo. Dall’altro lato, conclude Di Mauro, non è possibile che un malato debba trascorrere la sua degenza su una barella. Si dovrebbero costruire più ospedali e fornire più posti letto. Così non funziona”.

mercoledì 27 luglio 2011

A Napoli 11mila dipendenti comunali senza stipendio, l’analisi della Palmentieri


La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Oggi il neosindaco si è recato a Roma per chiedere lo svincolo dei fondi, ma è intollerabile che a fare le spese di questa sottile guerra tra Governo e amministrazione comunale siano i cittadini”

Napoli - Per undicimila dipendenti del Comune di Napoli, questo mese non ci sarà lo stipendio. L’ammanco di circa venti milioni delle casse comunali ha costretto il tesoriere a bloccare i pagamenti a vigili urbani, cancellieri, dipendenti, tecnici e impiegati. Causa del deficit, oltre ad un ritardo del Governo nel trasferimento di fondi, è la pessima situazione lasciata dalla giunta precedente, benché i sindacati abbiano puntato il dito anche contro il neosindaco de Magistris per non aver considerato il problema in maniera adeguata.

“Credo – dichiara Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti – che l’amministrazione de Magistris non abbia ancora raggiunto il pieno regime organizzativo. Ci si guarda ancora intorno tentando di liberarsi dai cumuli di spazzatura senza l’aiuto del Governo e proprio oggi il neosindaco si è recato a Roma per chiedere lo svincolo dei fondi, bloccati dal patto di stabilità”.

La Palmentieri tiene a precisare l’importanza di non confondere l’allarme rosso di Palazzo San Giacomo con la campagna denigratoria a discapito dell’amministrazione che si è appena insediata: “Non posso fare a meno di ipotizzare questa situazione come l’ennesimo tentativo di boicottaggio ai danni della nuova giunta comunale, onde dimostrarne ai cittadini l’inaffidabilità. Se così fosse si tratterebbe di un segnale piuttosto grave. È comunque intollerabile – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che a fare le spese di questa sottile guerra tra Governo e amministrazione comunale siano i cittadini. Sono certa che i napoletani conserveranno il ricordo dei disagi sofferti da chi ha proclamato miracoli che si sono poi trasformati in una via crucis di disagio. Attendo di verificare se questi primi cinquecento milioni di euro richiesti da de Magistris alle casse governative riusciranno a risolvere in tempo anche il problema degli stipendi comunali, inoltre mi aspetto che venga fornita una corretta e pronta informazione sulle responsabilità di tale grave mancanza”.

mercoledì 6 luglio 2011

La Camorra assume disoccupati, l’analisi della Palmentieri


La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “La malavita fa da ‘anti-Stato’ laddove i cittadini sono abbandonati a se stessi, privi di speranze, di una vita lavorativa onesta che consenta loro di garantirsi la sopravvivenza”

Roma – Nel rione “Piano Napoli” di Boscoreale i carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito 34 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un importante snodo di spaccio, macchina della droga che fruttava alla malavita circa 25 mila euro di fatturato giornaliero.

“Il mio plauso va alla magistratura e alle forze dell'ordine – sottolinea Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti - per l'abnegazione con la quale lavorano al fine di svuotare goccia a goccia il mare della Camorra. Purtroppo non posso che riscontrare di nuovo come la malavita faccia da ‘anti-Stato’ laddove i cittadini sono abbandonati a se stessi, privi di speranze, di una vita lavorativa onesta che consenta loro di garantirsi la sopravvivenza. Più il governo continuerà a credere di potersi rivalere sul Welfare per le proprie mancanze organizzative e più le mafie di tutti i tipi troveranno disperazione e persone disposte ad affidarsi a simili alternative pur di riuscire a guadagnare il pane”.

Francesco Casillo, che figura tra gli arrestati, è ritenuto il capo dell’organizzazione. Secondo le indagini, l’organizzazione reclutava giovani disoccupati e sembrerebbe che alcune madri si rivolgessero alla cosca per far assumere i propri figli, altrimenti senza occupazione.

“Per l'ennesima volta – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, sbattiamo la testa sulle conseguenze del proibizionismo bacchettone ed ottuso che alimenta le reti del malaffare. Regolamentare alcune droghe non significa condannare a morte dei giovani, tutt'altro, vuol dire tagliare ingenti risorse finanziarie alle organizzazioni criminali e monitorare che proprio i fruitori di droghe non si facciano del male. Invito a riflettere di nuovo su questa decennale questione – conclude la Palmentieri - che potrebbe già essere risolta da tempo”.

martedì 28 giugno 2011

De Pierro interviene su emergenza rifiuti a Napoli


Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Dopo la girandola di promesse mai mantenute da parte del premier ogni indugio è ormai un lusso che non ci si può permettere”


Roma, 28 giugno 2011 – Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania e indagato per epidemia colposa, è stato interrogato dal pm Francesco Curcio della sezione reati contro la pubblica amministrazione, al quale ha spiegato la sua versione circa l’emergenza rifiuti a Napoli e l’andamento della crisi negli ultimi nove mesi. Da parte sua, il ministro della Salute Ferruccio Fazio minimizza affermando che, anche se il problema non deve essere sottovalutato, non c’è pericolo di salute e malattie. L’emergenza rifiuti di Napoli continua, però, ad essere motivo di scontro tra la maggioranza, tanto che il leghista Roberto Calderoli ha dichiarato che la Lega Nord approverà il decreto solo se la spazzatura non sarà trasferita al Nord ma nelle regioni limitrofe alla Campania.

Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, ha così commentato: “La situazione emergenziale riferita alla spazzatura a Napoli si trascina ormai da troppo tempo, in un Paese civile ciò non è tollerabile. Dopo la girandola di promesse mai mantenute da parte del premier, che ha voluto lanciare proclami elettoralistici sulla pelle dei napoletani ma che di fatto non hanno sortito nessun tipo di effetto, ogni indugio è ormai un lusso che non ci si può permettere. L’elezione a sindaco di Napoli di Luigi de Magistris ci ha fatto ben sperare, perché non è certo un tipo da promesse ma pragmatico, però in ogni caso, con tutta la buona volontà, non può certo fare miracoli.
Purtroppo, il capoluogo partenopeo è stritolato dalla morsa della criminalità organizzata che ha allestito il suo grande business nel settore dei rifiuti e non vuole certo farsi scappare una torta così ghiotta. Perciò il problema va affrontato su diversi fronti, bisogna dare al neo sindaco tutti i poteri per la risoluzione del problema e varare leggi giuste per contrastare chiunque voglia continuare a speculare sull’immane tragedia che è sotto gli occhi di tutti.
Per quanto riguarda il decreto così discusso in questi giorni – continua De Pierro – voglio semplicemente sorvolare sulle dichiarazioni di Roberto Calderoli, che pur essendo un ministro della Repubblica, non ha il senso dello stato unitario. Voglio sorvolare perché, a parte un certo grado di preoccupazione per gli atteggiamenti a volte pericolosi messi in mostra dai leghisti, onestamente non riesco proprio a recepire alcune dichiarazioni come degne di essere prese in considerazione. Consideriamo la Lega Nord un partito che, nonostante abbia una buona percentuale di sostenitori, spesso con cervelli in vacanza, in un Paese normale non sarebbe certamente presente nell’arco parlamentare.
Quindi, in conclusione, questo decreto va fatto e anche subito, senza dare alcun peso ad esternazioni farneticanti e anti italiane di qualche politicante con vocazioni folkloristiche che si lascia andare a parole in libertà, senza tenere conto che il problema non è una questione solo napoletana ma di tutta l’Italia e quindi va affrontato a livello nazionale per evitare drammatiche conseguenze in vari settori. Anche se a volte potrebbero apparire circoscritte ad un limitato territorio, la loro deflagrazione potrebbe ripercuotersi sul resto del Paese.
Chi non riesce a comprendere un concetto così semplice – conclude il presidente dell’Italia dei Diritti – naturalmente, è affetto da mancanza di buon senso e da miopia politica e se riveste importanti ruoli politico-istituzionali probabilmente non ne è all’altezza”.

mercoledì 22 giugno 2011

A Napoli scoperti falsi invalidi legati alla camorra, Palmentieri indignata


La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Un mercato ignobile di false invalidità psichiatriche che per l'ennesima volta rivela la disperazione, l'assenza delle istituzioni nel tessuto sociale napoletano che premia i ‘furbetti’, coloro i quali si affidano a funzionari compiacenti e reti illegali per aggirare il diritto del prossimo”

Napoli – “Questi ultimi arresti sono frutto del lavoro effettuato con grande dedizione dai carabinieri e dalla guardia di finanza di Napoli negli ultimi anni. Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione che investire nelle forze dell’ordine, rinunciando ai tagli selvaggi che le hanno più volte messe in ginocchio, è fruttuoso per il governo stesso. La truffa condotta da questi personaggi ha fruttato, infatti, oltre un milione di euro, denaro estorto alla comunità ed ai veri invalidi, coloro che sanno bene quanti anni e quanti esami ci vogliano per ottenere il giusto riconoscimento del proprio diritto al sussidio”.

Parole che racchiudono sdegno e desiderio di giustizia, quelle di Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, intervenuta sull’arresto nel napoletano di 20 falsi invalidi legati alla criminalità organizzata. Una vera e propria associazione, scoperta dalle forze di polizia attiva nel capoluogo campano dal 2004, dedita alla falsificazione dei documenti necessari a dimostrare l’inabilità di soggetti che non ne avevano diritto. Una truffa all’Inps, stimano carabinieri e finanza, pari ad un milione e centomila euro.

“Ѐ la solita rete – prosegue la Palmentieri - con cui la camorra riusciva a far filtrare denaro dalle casse pubbliche, talvolta compensando quella connessione con comuni cittadini che si affidano ai clan come se questi fossero una sorta di ‘governo ombra’. Il tutto – accusa l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - si è svolto con l'aiuto del solito consigliere eletto nello schieramento di centro-destra e arrestato per ben due volte, Salvatore Alajo, che ha in passato anche minacciato di rivelare tutti i retroscena della faccenda. Un mercato ignobile di false invalidità psichiatriche che per l'ennesima volta rivela la disperazione, l'assenza delle istituzioni nel tessuto sociale napoletano che premia i ‘furbetti’, coloro i quali si affidano a funzionari compiacenti e reti illegali per aggirare il diritto del prossimo”.

Gli ultimi 20 fermi, rappresentano gli sviluppi di un filone di indagine che in passato ha assicurato alla giustizia oltre 130 persone ed ha portato al sequestro di ingenti beni. Agli indagati viene contestato il reato di associazione a delinquere.

“Auspico – conclude la viceresponsabile regionale del movimento extraparlamentare - che certi episodi vadano prevenuti, piuttosto che risolti con anni di ritardo, come in questo caso, ma non a spese della cittadinanza onesta, che come sempre si rivela essere il tassello più debole dell'intera costruzione”.

martedì 10 maggio 2011

Militari fischiati alla discarica di Giugliano, la nota della Palmentieri


La vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti:
“La soluzione non è l’esercito, appare evidente che anche il cosiddetto ‘miracolo napoletano’ del 2008 altro non è stato che una farsa a favor di telecamera”

Napoli – Dopo l’invio dell’esercito in Campania per combattere l’emergenza rifiuti continuano le proteste e gli episodi di tensione. Davanti alla discarica di Giugliano gli autisti dell’azienda di rimozione della spazzatura, Asìa, in fila dalla mattina, hanno fischiato i soldati che sono riusciti a scaricare subito nel sito.
Sullo scottante tema si esprime Licia Palmentieri , vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Fa piacere constatare che anche i cittadini, oltre ai dipendenti dell’Asìa, abbiano acquisito la consapevolezza che l’invio dell’esercito rappresenti l’ennesimo atto propagandistico pre-elettorale, e che i militari non possano essere la soluzione perché non sono addestrati certo alla rimozione dei rifiuti”.
Secondo la referente del movimento presieduto da Antonello De Pierro non è la rimozione l’ostacolo da superare: “Con le discariche al collasso e con il termovalorizzatore a singhiozzo appare evidente, sempre più capillarmente, che anche il cosiddetto ‘miracolo napoletano’ del 2008 altro non è stato che una farsa a favor di telecamera”.
“Purtroppo però - continua – le responsabilità del disastro ambientale napoletano sono trasversali e ciò determina una sfiducia altissima da parte dei cittadini campani in tutte le istituzioni”.
“Non si può dar loro torto - afferma con rammarico la Palmentieri – . Abituati alla tradizione teatrale campana, questo via vai di soldati e di dichiarazioni ad effetto, appare come l’ennesimo atto di una commedia tragicomica che ormai non convince più nessuno”.
Lo sguardo della referente dell’Italia dei Diritti è lungimirante: “ Per la soluzione del problema, purtroppo, siamo ancora distanti dal traguardo. Non si vedono neppure in lontananza proposte risolutive e non si accenna minimamente al fatto che l’emergenza rifiuti in Campania stia diventando un problema nazionale perché rivela come in buona parte del centro-sud lo smaltimento dei rifiuti sia ormai prossimo al collasso”.
Servono soluzioni strutturali secondo la Palmentieri, secondo la quale è “ridicolo” definire emergenza un fenomeno che perdura da un decennio. “Queste soluzioni non devono però - conclude -, passare sulla salute dei cittadini attraverso la frettolosa attivazione di discariche non a norma ed inceneritori difettosi”.

martedì 22 marzo 2011

Blitz nella discarica di Chiaiano, dura la Palmentieri


La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Le istituzioni, finora, si sono preoccupate soltanto di nascondere le montagne di spazzatura sotto un tappeto fatto anche di connivenze”

Napoli - “Questa inchiesta prova per l’ennesima volta come l’emergenza rifiuti in Campania, che tanto emergenza non è visto che la situazione perdura da almeno 17 anni, non può essere risolta a colpi di decreti legge e di provvedimenti d’urgenza una tantum, imposti con l’uso dell’esercito sulla pelle dei cittadini”. Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, commenta in modo risoluto i blitz della Dda campana effettuati nei giorni scorsi nella discarica di Chiaiano e negli uffici della Ibi idrobioimpianti e della Edilcar s.a.s. I reati ipotizzati per le dieci persone indagate sono la frode in pubbliche forniture per i materiali adoperati a Chiaiano e la gestione abusiva della discarica di Giugliano.

“La Ibi era già stata colpita da un’interdittiva antimafia - spiega la Palmentieri - e la Edilcar s.a.s. della famiglia Carandente Tartaglia è sospettata di vicinanza con i clan Mallardo- Zagaria. I comitati cittadini locali avevano da tempo denunciato che l’argilla prelevata dalla Edilcar era di pessima qualità e non compattata in modo da garantire l’impermeabilizzazione del sito. Addirittura, il sospetto è che la società abbia fruito di un subappalto della Ibi ed abbia prelevato materiali di scarto dalla discarica abusiva di Giugliano, anche quella sequestrata, e da altri siti per rivenderli a Chiaiano come materiali d’impermeabilizzazione”.

L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude l’analisi con una critica profonda che denota la sua sensibilità personale relativa ai problemi della Campania: “Il fatto che il quadro della situazione fosse chiaro già nel 2008 desta sospetti sulle motivazioni che hanno avviato i sequestri e le indagini così tardi, soprattutto stando alle dichiarazioni di ex imprenditori vicini alla camorra e di alcuni pentiti, tra cui Gaetano Vassallo. Come mai gli appelli dei comitati cittadini e dei comitati ambientalisti sono stati ignorati? La verità è che le istituzioni, finora, si sono preoccupate soltanto di nascondere, in tutta fretta, le montagne di spazzatura sotto un tappeto fatto anche di connivenze, spostando il problema alle popolazioni vicine alle discariche garantite ma, in realtà, finite chissà come appaltate a società sospette da lungo tempo.
Mi domando se dovremo restare a guardare emergere di volta in volta le irregolarità e gli abusi, prima che si capisca che in Campania è assolutamente necessario risolvere il problema a monte, e non solo a favore di telecamera durante i tg, in prossimità delle elezioni”.

venerdì 4 marzo 2011

Riserva del Falciano ridotta a discarica, il commento di Di Mauro


Il vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Il problema è sempre lo stesso, abbiamo tanti enti di rappresentanza e poco coordinamento tra di loro”

Una discarica a cielo aperto. Questo è il paesaggio che offre ormai la terra del Falerno, alle pendici del Monte Massico. Questo luogo da sempre considerato di pregiato valore ambientale, è stato praticamente ridotto ad un immondezzaio pubblico per quelli che impunemente pensano di poter scaricare qui rifiuti di ogni genere, ingombranti e non. La questione sembra non avere nessun organo di gestione assegnato, anche se gli enti coinvolti sul territorio sono tanti: il consorzio di bonifica ha competenze per strade di accesso ed aree circostanti lo specchio lacustre e le fosse di maltempo, l'ente Provincia ha competenze in materia di licenza di pesca e attività sportive acquatiche, il comune di Falciano del Massico è l’ente territoriale di competenza ed infine c'è l'ente riserva che rappresenta la Regione e che dovrebbe promuovere e coordinare progetti di sviluppo e salvaguardia anche in materia di abusi edilizi ed ambientali.

“Questa è una vecchia storia e purtroppo la terra del Falciano è sempre stata una zona abbandonata dove solo l’intervento di un privato potrebbe dare un risultato pronto e veloce”. E’ questo il primo commento del vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, sulla situazione di degrado ambientale che ha colpito il territorio alle pendici del monte Massico.

“Il problema è sempre lo stesso, abbiamo tanti enti di rappresentanza che da presidi di maggiore tutela paradossalmente si possono trasformare in una minaccia se come in questo caso manca il coordinamento tra gli stessi. Qualsiasi bene di interesse pubblico rappresentato avrebbe bisogno di una mappatura degli interventi da fare, ma purtroppo siamo lontani anni luce da questo tipo di gestione oculata”.

Il rappresentante del movimento fondato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi affermando: “Nonostante i soldi vengano investiti, in questo mare di sub ministeri che si muovono senza un’organizzazione attenta e ben pianificata, tutti gli sforzi di miglioramento si trasformano in atti inutili e mal distribuiti”.

giovedì 24 febbraio 2011

Otto nomine e poche competenze al Corecom campano, l’analisi di Di Mauro


Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Nel nostro Paese il malcostume si è ramificato in maniera capillare”

Napoli – “Questo rispecchia le scelte dell’attuale Governo e di conseguenza una sorta di caduta di stile nella nomina degli incarichi”. Esordisce così il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, alla notizia delle otto nuove nomine elette al consiglio del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni), braccio locale dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni. I consiglieri eletti verranno guidati dal presidente Lino Zaccaria (giornalista professionista, laurea in Giurisprudenza, abilitato alla professione di avvocato) che sembra in realtà essere uno dei pochi a possedere una certa esperienza e competenza nel settore. Difatti, a parte il presidente e il consigliere Gianni Russo (49 anni e già componente del Corecom dal novembre 2008), gli altri nomi non sembrano avere la specifica preparazione tecnico-giuridica necessaria per ricoprire il ruolo.
“Il problema è sempre lo stesso. La ricerca di menti giovani e fresche è giustissima, ma quando si tratta di dare incarichi e ruoli di una certa rilevanza e con un certo potere decisionale, la necessità di esperienza è inderogabile – continua l’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro –. Sicuramente nella testa di un giovane c’è tanta energia ma allo stesso modo pochissima esperienza. Poi, per chi può disporre di una raccomandazione o dell’amicizia di turno, queste sono purtroppo personalità che attendono che la loro ‘segnalazione’ trovi disponibilità sul mercato”.
Di Mauro conclude il suo amaro commento affermando: “Ormai in Italia non c’è più una selezione dettata da competenze, c’è solo la conoscenza e la presentazione. Un malcostume che ormai si è ramificato in maniera capillare in qualsiasi istituzione. A prescindere dall’idea politica che si abbraccia”

lunedì 14 febbraio 2011

Rincaro trasporti pubblici in Campania, Di Mauro esterrefatto


Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Nulla impedisce quest’aumento, ma almeno si migliori un servizio che è manifestamente pessimo”


Napoli - “Facendo un confronto tra il servizio di trasporto pubblico napoletano e quello di un’altra metropoli italiana come Roma, non riesco assolutamente a trovare una motivazione valida a questo rincaro”. Così commenta Angelo Di Mauro, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, l’aumento delle tariffe dei trasporti deliberato dalla Regione governata da Stefano Caldoro e che dovrebbe scattare a partire dal mese di aprile, a causa del deficit accumulato dal Consorzio Unico.

“Se nella Capitale i tempi di attesa sono brevi sia per quanto riguarda la metropolitana che per gli autobus - evidenzia l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, nel capoluogo campano è impossibile muoversi in tempi ristretti, poiché le attese sono infinite. Quindi, a Roma i biglietti a tempo sono utilizzabili, a Napoli no.
Nulla impedisce quest’aumento, ma almeno si migliori un servizio che in Campania è manifestamente pessimo. Imporre un rincaro richiederebbe un programma, un piano di perfezionamento del servizio ed in questo caso è evidente che tutto ciò non c’è. Dunque, la situazione non cambierà minimamente”.

In ultimo, Di Mauro si sofferma sulla questione economica del Meridione: “Nonostante la cattiva pubblicità dei media, noi campani non vogliamo soldi da nessuno anzi, non ne abbiamo mai voluti. Solitamente ce li hanno dati per poi riprenderseli. Il problema dalle nostre parti è la gestione dei servizi da parte degli amministratori, anche se questa è una difficoltà che ormai si vive in tutta Italia. Al riguardo, basti solo pensare a Roma o a Milano”.

martedì 18 gennaio 2011

Una scrivania per barella a ospedale di Nola, la Palmentieri attacca Caldoro



La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti : “È incredibile che i tagli debbano avvenire sulla pelle dei cittadini e che non si sia prevista la consueta epidemia influenzale quando i posti letto sono venuti meno anche in passato ed in occasioni meno eccezionali”


Napoli – “La situazione di emergenza che si sta verificando in Campania è di certo il frutto della mala gestione da parte del Ministero della Sanità e della giunta Caldoro ”.
Con queste parole Licia Palmentieri, viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti, commenta quanto sta accadendo nei nosocomi campani. Le cronache denunciano gli esemplari casi della paziente del Santa Maria della Pietà di Nola, costretta ad attendere la visita sdraiata su una scrivania e di un malcapitato che ha passato la notte, nel medesimo ospedale su una sedia a rotelle, l’unico giaciglio disponibile. Stessi disagi riscontrati al Cardarelli di Napoli, struttura in preda al caos, senza più posti letto, con corridoi saturi di barelle, a causa della feroce epidemia di influenza.

“È venuta a mancare un'adeguata informazione riguardo questa ondata influenzale – analizza la Palmentieri -. Abbiamo assistito alla diffusione di dati allarmistici nel 2009/2010 ed oggi, al contrario, per evitare preoccupazioni non si sono correttamente informati i cittadini della particolare durezza di questo virus, che pur non rappresentando un reale rischio di vita per la stragrande maggioranza della popolazione, è di certo più impegnativo per il sistema immunitario rispetto ad influenze precedenti. Insomma, corrette notizie aiuterebbero la popolazione a non andare nel panico e a non recarsi al pronto soccorso in assenza di necessità reale”.


Vista la mancata disponibilità di assistenza nel principale ospedale del Napoletano, molti cittadini vengono tuttora dirottati in altre strutture sanitarie. Il picco influenzale e il panico che ne è conseguito non hanno fatto altro che riportare alla luce annose questioni e problemi che affliggono da tempo la sanità campana.

“Inoltre - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , era inevitabile che i frutti della scellerata amministrazione della sanità esercitata dalla giunta Caldoro attraverso tagli selvaggi ed aumenti del ticket, che si ripercuotono solo sulla popolazione, avrebbe mandato al collasso gli ospedali campani. Non dimentichiamo che nella politica ‘antisprechi’ di Caldoro è rientrata anche la chiusura di alcuni presidi e strutture sanitarie, come il Camilliani di Casoria. È incredibile che i tagli debbano avvenire sulla pelle dei cittadini e che non si sia prevista la consueta epidemia influenzale quando i posti letto sono venuti meno anche in passato ed in occasioni meno eccezionali. Insomma - chiosa la Palmentieri- , la crisi era annunciata e i cittadini andrebbero meglio informati sul modo in cui dei loro diritti qualcuno fa carta straccia”.