martedì 23 novembre 2010
Fallimento del Governo su immondizia a Napoli, indignazione della Palmentieri
La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Ci sono stati due anni di tempo per risolvere i problemi del termovalorizzatore di Acerra e, invece, ci è toccato assistere ad un uso elettorale dello stesso con numerose menzogne sul suo nascosto malfunzionamento.”
Roma -“Il problema dei rifiuti riesploso a Napoli è un fallimento annunciato e francamente mi sorprendo dello stupore perché in questi due anni dovremmo sapere di avere ascoltato e visto solo propaganda e non vere soluzioni, veri interventi strutturali radicali.”
Così esordisce Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, alla notizia che la visita dell’Unione Europea si è conclusa con la constatazione che dal 2008 nel capoluogo campano, nulla è cambiato rispetto alle promesse iniziali del governo.
“La spazzatura è stata raccolta e messa sotto il tappeto – prosegue la Palmentieri – utilizzando metodi in deroga alle normali procedure di smaltimento che avrebbero dovuto servire solo provvisoriamente per far fronte alla crisi e, invece, sono diventati prassi. Ci sono stati due anni di tempo per risolvere i problemi del termovalorizzatore di Acerra e, invece, ci è toccato assistere ad un uso elettorale dello stesso con numerose menzogne sul suo nascosto malfunzionamento.”
Ad oggi dunque, come traspare dalle parole della Palmentieri, il premier si trova costretto a ritornare sui suoi passi sia per quanto riguarda il termovalorizzatore di Acerra, mai stato in funzione e che doveva aggiungersi ad altri tre, e sia per la mancata realizzazione del numero delle discariche pattuite. D’altra parte quelle in funzione, Chiaiano (Napoli) e cava Sari (Terzigno) sono in uno stato di saturazione.
“A farne le spese non devono essere i cittadini – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che risiedono nei dintorni di discariche rese legali per il rotto della cuffia o quelli residenti nei dintorni di un impianto mal funzionante ed altamente inquinante. Adesso, da poco, è ripartita la differenziata nelle provincia di Napoli e si preannunciano nuovi disagi perché i provvedimenti per questa nuova raccolta sono assolutamente assurdi e stanno già suscitando perplessità e fraintendimenti. Da un giorno all’altro, si vorrebbe applicare, su un territorio non abituato alla raccolta differenziata, una sorta di disciplina nordica senza procedere per gradi. Sono stati rimossi i bidoni dell’indifferenziato, che verrà raccolto solo due volte a settimana, col risultato che le buste sono esattamente per strada, esposte al passaggio di branchi di cani o di altri randagi isolati, quindi alla rottura ed allo spargimento del loro contenuto, senza considerare i numerosi nubifragi degli ultimi giorni, che non rendono certo la situazione più vivibile.”
Le tonnellate di immondizia che invadono la città partenopea e i paesi limitrofi, non possono non culminare nella presa di coscienza del fallimento del piano rifiuti. Ed è proprio interrogandosi sulle cause della questione che la Palmentieri rilancia la sua accurata analisi: “La fretta è cattiva consigliera soprattutto se è dettata da anni di trascuratezza e vuota propaganda elettorale. Vorremmo sapere che ha fatto Cesaro in questo tempo, con precisione. Che ne è degli impianti di compostaggio? Che ne è stato della certificazione del collaudo dell’impianto di Acerra? E queste sono solo alcune delle domande alle quali non è solo l’Unione Europea a pretendere delle risposte ma l’intero Paese”.
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mercoledì 17 novembre 2010
Sagre e Festival in Campania con soldi europei, parla Di Mauro
Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “I fondi comunitari servono per affrontare le priorità impellenti, non per finanziare spettacoli televisivi”
Napoli, 17 novembre 2010 – Gli ispettori inviati dal ministero dell’Economia hanno evidenziato nel loro dossier di 236 pagine che gran parte dei fondi europei arrivati nelle casse regionali non sono stati utilizzati per attenuare il forte debito pubblico della regione, bensì per finanziare eventi culturali come la serata di Mare Moda Capri 2007, parte dello sceneggiato Capri 3, il premio Charlot e partecipazioni a fiere a livello europeo come Vinitaly, la Bit di Milano, il Vinexpo di Bordeaux, il Fruit logistica di Berlino, il Prowein di Dusseldorf.
“La nostra Regione ha da tempo delle priorità impellenti da affrontare e partecipare a fiere o finanziare serate e sceneggiati televisivi non credo siano tra queste. Troppo spesso i fondi europei sono utilizzati per attività poco produttive e fini a se stesse” ha sottolineato Angelo di Mauro Viceresponsabile dell’Italia dei Diritti per la Campania .
“L’unica giustificazione che si potrebbe dare ad un simile errato comportamento è che in Campania i fondi che arrivano sono pochi rispetto alla reale necessità del nostro territorio” ha proseguito l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro “ Bisognerebbe poter avere un salvadanaio in cui congelare il denaro ricevuto per poi poterlo utilizzare nel momento del bisogno, ma le leggi comunitarie prevedono che i fondi arrivati vengano utilizzati entro un determinato periodo di tempo, dopo il quale tornano automaticamente nelle casse europee ”.
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