giovedì 28 gennaio 2010

Di Mauro su nuovi scontri tra manifestanti e polizia a Ischia


Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti attacca la fallace politica edilizia, fonte d’esasperazione per la popolazione isolana


Da quando la procura di Napoli ha disposto lo sgombero e la demolizione di diverse abitazioni abusive in seguito a sentenza passata in giudicato, Ischia è divenuta protagonista delle pagine di cronaca per le forti tensioni tra le forze dell’ordine, inviate sull’isola per permettere l’esecuzione del provvedimento, e centinaia di manifestanti. La scorsa notte alcuni dimostranti a volto coperto hanno risposto alla carica della polizia con bastoni e pietre ferendo non gravemente alcuni agenti.
“E’ sempre doveroso condannare la violenza dei cittadini nei confronti dei tutori dell’ordine”, afferma il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti Angelo Di Mauro, che aggiunge: ”Appaiono evidenti, però, le continue provocazioni degli enti locali nei confronti della popolazione a fronte di un quasi totale disinteresse verso gli ancor più evidenti abusi di potenti imprese che usurpano il territorio per mero lucro. L’iniquità per questi illeciti, impuniti e relativamente tollerati, obbligatoriamente genera nel cuore degli isolani – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – una forte esasperazione, lasciandoli usurpati della giustizia e così tentati a commettere l’errore di ricorrere alle maniere forti per vedere rispettato il diritto ad avere una casa”.

lunedì 18 gennaio 2010

Ischia nel caos per abusivismo e demolizioni, il punto di Di Mauro


Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti commenta il disagio della popolazione, vittima del malcostume politico

Demolizioni, avvisi di garanzia, abusi, lentezze burocratiche: si prospetta un inverno nel caos per Ischia e a otto mesi dal primo abbattimento le ruspe torneranno per eseguire le sentenze passate in giudicato che la Procura Generale di Napoli sta tentando di far eseguire malgrado l’opposizione dei sindaci dei centri abitati isolani. La celebre località campana diventa così un emblematico esempio della doppia faccia dell’intera nazione: da una parte bellezze turistiche senza eguali, dall’altra disparità e illegalità. Quest’ultima istanza coinvolge la famiglia Impagliazzo. La vicenda è però lontana dal classico filone della speculazione edilizia. In un zona dove imprenditori del campo alberghiero e della ristorazione avviliscono il territorio con mostri di cemento, violando qualsiasi norma ambientale, la dimora seppur abusiva dei coniugi Luigi e Raffaella rappresenta maggiormente il tentativo di soddisfare il diritto alla prima casa piuttosto che uno stereotipato malcostume italiano.

“Risulta davvero arduo credere che un piccolo cittadino possa essere considerato un nemico pubblico da sconfiggere con ruspe e carte bollate”. Queste le parole di Angelo Di Mauro, vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, che aggiunge: “E’ giusto che lo Stato assicuri la legalità, ma in un panorama economico infestato da conflitti d’interesse e furbizia sarebbe ancora più corretto che la ottenga con responsabilità, coerenza e buon senso. Il cittadino indifeso, novello Davide, vinto dallo strapotere di una titanica burocrazia, meriterebbe assistenza ed incentivi piuttosto che cieca intransigenza”, conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro.

giovedì 14 gennaio 2010

Carcere di Poggioreale, Italia dei Diritti chiede intervento istituzionale


Lo sdegno congiunto della viceresponsabile campana Licia Palmentieri e del responsabile per la Giustizia Giuliano Girlando: “E’ necessaria una maggiore tutela dei carcerati”


Napoli – Col raggiungimento del poco invidiabile primato di 2.680 reclusi, la situazione del carcere di Poggioreale, il più vecchio del capoluogo campano, ha assunto ormai i tratti di un’emergenza. Condizioni fatiscenti, un sovraffollamento stimato nell’ordine di mille unità oltre la capienza massima prevista, celle ospitanti fino a nove detenuti ognuna, condizioni igieniche precarie e un numero di agenti penitenziari ormai fermo dal 2001. Uno scenario che ha spinto l’Italia dei Diritti, nelle persone della viceresponsabile campana Licia Palmentieri e del responsabile per la Giustizia Giuliano Girlando, a invocare a piena voce un intervento istituzionale: “Alfano ha appena ottenuto l’approvazione di un decreto speciale per la costruzione di nuove carceri – ha commentato la Palmentieri – ma per me è solo una ‘boutade’ elettorale che non avrà seguito, perché serviranno circa 15 anni per costruire nuove strutture, mentre si potrebbero attuare soluzioni più rapide, penso all’adattamento di edifici dismessi, che potrebbero senza dubbio accelerare i tempi. Garantire un’esistenza più umana ai detenuti è doveroso – incalza la viceresponsabile campana dell’Italia dei Diritti – perché il carcere deve essere sì punitivo, ma anche finalizzato a un recupero sociale dell’individuo. Si dovrebbe prestare più attenzione al tema, anche in conseguenza del caso Cucchi, che ha una certa correlazione con il quadro carcerario italiano. Ci auguriamo, pertanto – conclude –, che lo Stato prenda a cuore quelli che appaiono sempre come i soliti dimenticati”. La corrispondenza tra la morte di Stefano Cucchi e il tema del sovraffollamento delle carceri è stata ribadita anche da Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia del movimento nazionale: “La tutela dei carcerati – spiega – è un obiettivo primario che le istituzioni devono impegnarsi a raggiungere perché, come abbiamo visto nel caso Cucchi, c’è stata una violazione dei diritti del detenuto ed è evidente che è un aspetto che viaggia di pari passo col sovraffollamento. Oltre questo, il governo deve fare chiarezza sulla presenza di fondi per nuove strutture carcerarie, magari stanziandone una parte per incrementare il numero delle forze dell’ordine, polizia penitenziaria compresa. L’aspetto più importante, però – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, è la riapertura delle carceri già esistenti, come quelle di Pianosa e dell’Asinara, soprattutto per quei reati per i quali il 41 bis appare necessario”.