martedì 28 giugno 2011

De Pierro interviene su emergenza rifiuti a Napoli


Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Dopo la girandola di promesse mai mantenute da parte del premier ogni indugio è ormai un lusso che non ci si può permettere”


Roma, 28 giugno 2011 – Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania e indagato per epidemia colposa, è stato interrogato dal pm Francesco Curcio della sezione reati contro la pubblica amministrazione, al quale ha spiegato la sua versione circa l’emergenza rifiuti a Napoli e l’andamento della crisi negli ultimi nove mesi. Da parte sua, il ministro della Salute Ferruccio Fazio minimizza affermando che, anche se il problema non deve essere sottovalutato, non c’è pericolo di salute e malattie. L’emergenza rifiuti di Napoli continua, però, ad essere motivo di scontro tra la maggioranza, tanto che il leghista Roberto Calderoli ha dichiarato che la Lega Nord approverà il decreto solo se la spazzatura non sarà trasferita al Nord ma nelle regioni limitrofe alla Campania.

Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, ha così commentato: “La situazione emergenziale riferita alla spazzatura a Napoli si trascina ormai da troppo tempo, in un Paese civile ciò non è tollerabile. Dopo la girandola di promesse mai mantenute da parte del premier, che ha voluto lanciare proclami elettoralistici sulla pelle dei napoletani ma che di fatto non hanno sortito nessun tipo di effetto, ogni indugio è ormai un lusso che non ci si può permettere. L’elezione a sindaco di Napoli di Luigi de Magistris ci ha fatto ben sperare, perché non è certo un tipo da promesse ma pragmatico, però in ogni caso, con tutta la buona volontà, non può certo fare miracoli.
Purtroppo, il capoluogo partenopeo è stritolato dalla morsa della criminalità organizzata che ha allestito il suo grande business nel settore dei rifiuti e non vuole certo farsi scappare una torta così ghiotta. Perciò il problema va affrontato su diversi fronti, bisogna dare al neo sindaco tutti i poteri per la risoluzione del problema e varare leggi giuste per contrastare chiunque voglia continuare a speculare sull’immane tragedia che è sotto gli occhi di tutti.
Per quanto riguarda il decreto così discusso in questi giorni – continua De Pierro – voglio semplicemente sorvolare sulle dichiarazioni di Roberto Calderoli, che pur essendo un ministro della Repubblica, non ha il senso dello stato unitario. Voglio sorvolare perché, a parte un certo grado di preoccupazione per gli atteggiamenti a volte pericolosi messi in mostra dai leghisti, onestamente non riesco proprio a recepire alcune dichiarazioni come degne di essere prese in considerazione. Consideriamo la Lega Nord un partito che, nonostante abbia una buona percentuale di sostenitori, spesso con cervelli in vacanza, in un Paese normale non sarebbe certamente presente nell’arco parlamentare.
Quindi, in conclusione, questo decreto va fatto e anche subito, senza dare alcun peso ad esternazioni farneticanti e anti italiane di qualche politicante con vocazioni folkloristiche che si lascia andare a parole in libertà, senza tenere conto che il problema non è una questione solo napoletana ma di tutta l’Italia e quindi va affrontato a livello nazionale per evitare drammatiche conseguenze in vari settori. Anche se a volte potrebbero apparire circoscritte ad un limitato territorio, la loro deflagrazione potrebbe ripercuotersi sul resto del Paese.
Chi non riesce a comprendere un concetto così semplice – conclude il presidente dell’Italia dei Diritti – naturalmente, è affetto da mancanza di buon senso e da miopia politica e se riveste importanti ruoli politico-istituzionali probabilmente non ne è all’altezza”.

mercoledì 22 giugno 2011

A Napoli scoperti falsi invalidi legati alla camorra, Palmentieri indignata


La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Un mercato ignobile di false invalidità psichiatriche che per l'ennesima volta rivela la disperazione, l'assenza delle istituzioni nel tessuto sociale napoletano che premia i ‘furbetti’, coloro i quali si affidano a funzionari compiacenti e reti illegali per aggirare il diritto del prossimo”

Napoli – “Questi ultimi arresti sono frutto del lavoro effettuato con grande dedizione dai carabinieri e dalla guardia di finanza di Napoli negli ultimi anni. Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione che investire nelle forze dell’ordine, rinunciando ai tagli selvaggi che le hanno più volte messe in ginocchio, è fruttuoso per il governo stesso. La truffa condotta da questi personaggi ha fruttato, infatti, oltre un milione di euro, denaro estorto alla comunità ed ai veri invalidi, coloro che sanno bene quanti anni e quanti esami ci vogliano per ottenere il giusto riconoscimento del proprio diritto al sussidio”.

Parole che racchiudono sdegno e desiderio di giustizia, quelle di Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, intervenuta sull’arresto nel napoletano di 20 falsi invalidi legati alla criminalità organizzata. Una vera e propria associazione, scoperta dalle forze di polizia attiva nel capoluogo campano dal 2004, dedita alla falsificazione dei documenti necessari a dimostrare l’inabilità di soggetti che non ne avevano diritto. Una truffa all’Inps, stimano carabinieri e finanza, pari ad un milione e centomila euro.

“Ѐ la solita rete – prosegue la Palmentieri - con cui la camorra riusciva a far filtrare denaro dalle casse pubbliche, talvolta compensando quella connessione con comuni cittadini che si affidano ai clan come se questi fossero una sorta di ‘governo ombra’. Il tutto – accusa l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - si è svolto con l'aiuto del solito consigliere eletto nello schieramento di centro-destra e arrestato per ben due volte, Salvatore Alajo, che ha in passato anche minacciato di rivelare tutti i retroscena della faccenda. Un mercato ignobile di false invalidità psichiatriche che per l'ennesima volta rivela la disperazione, l'assenza delle istituzioni nel tessuto sociale napoletano che premia i ‘furbetti’, coloro i quali si affidano a funzionari compiacenti e reti illegali per aggirare il diritto del prossimo”.

Gli ultimi 20 fermi, rappresentano gli sviluppi di un filone di indagine che in passato ha assicurato alla giustizia oltre 130 persone ed ha portato al sequestro di ingenti beni. Agli indagati viene contestato il reato di associazione a delinquere.

“Auspico – conclude la viceresponsabile regionale del movimento extraparlamentare - che certi episodi vadano prevenuti, piuttosto che risolti con anni di ritardo, come in questo caso, ma non a spese della cittadinanza onesta, che come sempre si rivela essere il tassello più debole dell'intera costruzione”.