giovedì 24 febbraio 2011

Otto nomine e poche competenze al Corecom campano, l’analisi di Di Mauro


Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Nel nostro Paese il malcostume si è ramificato in maniera capillare”

Napoli – “Questo rispecchia le scelte dell’attuale Governo e di conseguenza una sorta di caduta di stile nella nomina degli incarichi”. Esordisce così il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, alla notizia delle otto nuove nomine elette al consiglio del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni), braccio locale dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni. I consiglieri eletti verranno guidati dal presidente Lino Zaccaria (giornalista professionista, laurea in Giurisprudenza, abilitato alla professione di avvocato) che sembra in realtà essere uno dei pochi a possedere una certa esperienza e competenza nel settore. Difatti, a parte il presidente e il consigliere Gianni Russo (49 anni e già componente del Corecom dal novembre 2008), gli altri nomi non sembrano avere la specifica preparazione tecnico-giuridica necessaria per ricoprire il ruolo.
“Il problema è sempre lo stesso. La ricerca di menti giovani e fresche è giustissima, ma quando si tratta di dare incarichi e ruoli di una certa rilevanza e con un certo potere decisionale, la necessità di esperienza è inderogabile – continua l’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro –. Sicuramente nella testa di un giovane c’è tanta energia ma allo stesso modo pochissima esperienza. Poi, per chi può disporre di una raccomandazione o dell’amicizia di turno, queste sono purtroppo personalità che attendono che la loro ‘segnalazione’ trovi disponibilità sul mercato”.
Di Mauro conclude il suo amaro commento affermando: “Ormai in Italia non c’è più una selezione dettata da competenze, c’è solo la conoscenza e la presentazione. Un malcostume che ormai si è ramificato in maniera capillare in qualsiasi istituzione. A prescindere dall’idea politica che si abbraccia”

lunedì 14 febbraio 2011

Rincaro trasporti pubblici in Campania, Di Mauro esterrefatto


Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Nulla impedisce quest’aumento, ma almeno si migliori un servizio che è manifestamente pessimo”


Napoli - “Facendo un confronto tra il servizio di trasporto pubblico napoletano e quello di un’altra metropoli italiana come Roma, non riesco assolutamente a trovare una motivazione valida a questo rincaro”. Così commenta Angelo Di Mauro, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, l’aumento delle tariffe dei trasporti deliberato dalla Regione governata da Stefano Caldoro e che dovrebbe scattare a partire dal mese di aprile, a causa del deficit accumulato dal Consorzio Unico.

“Se nella Capitale i tempi di attesa sono brevi sia per quanto riguarda la metropolitana che per gli autobus - evidenzia l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, nel capoluogo campano è impossibile muoversi in tempi ristretti, poiché le attese sono infinite. Quindi, a Roma i biglietti a tempo sono utilizzabili, a Napoli no.
Nulla impedisce quest’aumento, ma almeno si migliori un servizio che in Campania è manifestamente pessimo. Imporre un rincaro richiederebbe un programma, un piano di perfezionamento del servizio ed in questo caso è evidente che tutto ciò non c’è. Dunque, la situazione non cambierà minimamente”.

In ultimo, Di Mauro si sofferma sulla questione economica del Meridione: “Nonostante la cattiva pubblicità dei media, noi campani non vogliamo soldi da nessuno anzi, non ne abbiamo mai voluti. Solitamente ce li hanno dati per poi riprenderseli. Il problema dalle nostre parti è la gestione dei servizi da parte degli amministratori, anche se questa è una difficoltà che ormai si vive in tutta Italia. Al riguardo, basti solo pensare a Roma o a Milano”.